Giornata mondiale del volontariato: fare qualcosa per gli altri e per se stessi

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Giornata mondiale del volontariato: fare qualcosa per gli altri e per se stessi

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Se svolgi o hai mai svolto un progetto di volontariato, sappi che esiste una giornata mondiale dedicata a te: cade proprio oggi, 5 dicembre, la giornata mondiale del volontariato! 

Scelta di vita apprezzata ma spesso anche criticata, il volontariato può essere un’opportunità indimenticabile per chi si approccia al mondo del non profit.
Un’esperienza fatta di impegno, solidarietà e nuove amicizie. Sì, amicizie. Perché il volontariato può essere anche un’avventura di gruppo basato sulla cooperazione e sulla condivisione, che fa nascere nuovi legami. Pensiamo ad esempio a un’esperienza di servizio civile volontario: quale collante migliore, per una nuova amicizia, dell’interesse comune di aiutare il prossimo? 

Ma andiamo più nel dettaglio e vediamo quali sono, in occasione di questa importante giornata, i vantaggi di fare del volontariato, così da smentire anche alcuni luoghi comuni e stereotipi spesso legati a quest’esperienza.

I vantaggi del fare volontariato: molto più che un’esperienza

Innanzitutto il volontariato, oltre a essere una grande occasione per mettersi in gioco, rappresenta una grande possibilità per apprendere nuove skill. Che sia un lavoro manuale, un lavoro d’ufficio o un’attività culturale, è garantito che le nuove esperienze e le possibilità di apprendere nuove, utili abilità non mancheranno.
Le nuove e vecchie skill apprese da un volontario, poi, potranno sempre tornare utili per il proprio successivo percorso lavorativo. 

E proprio come per un lavoro, il volontariato può anche comportare qualche entrata economica: magari non si tratta di un vero stipendio, ma alcune esperienze – come ad esempio quella del servizio civile – viene retribuita con un rimborso spese. 

Ma essere volontario è qualcosa di più profondo: vuol dire concorrere, insieme a tanti altri attori, al benessere della società. Ed è, oltretutto, anche il cibo per l’anima: fare del bene per il prossimo è indubbiamente uno dei modi migliori per dare valore il proprio tempo. 

Simone, Alessia, Emanuele, Irene e Rosalia: i ragazzi di Ambiente Solidale

A tal proposito, abbiamo voluto raccogliere alcune testimonianze concrete di esperienze di Servizio Civile svolte da Rosalia e Simone, volontari per Ambiente Solidale, ed Emanuele, volontario per la Caritas nel 2019.

Le testimonianze sul Servizio Civile Universale

Rosalia, 23 anni, studentessa magistrale di Scienze della Politica all’Università La Sapienza di Roma: 

“Il servizio civile è una scelta. Scegliere di impegnarsi significa scegliere di crescere, di prendersi le proprie responsabilità, di dedicare il proprio tempo agli altri. È questo ciò che il servizio civile ha significato e continua a significare per me. Ho intrapreso quest’esperienza solo 6 mesi fa e prosegue a gonfie vele. Ogni mattina mi sveglio col piacere di arrivare in cooperativa dove impiego il mio tempo da volontaria. Svegliarmi presto e misurarmi con le mansioni che mi vengono affidate è per me un’opportunità per imparare e crescere, di avvicinarmi a un mondo lavorativo di cui mi piacerebbe essere parte.  
Ammetto che il mio desiderio iniziale era solo di affermare e conseguire una certa indipendenza. Giorno per giorno invece, mi rendo conto che c’è qualcosa in più che mi spinge a voler essere parte attiva: una sensazione unica, che ti rende “di famiglia”. Il trascorrere del tempo fa sì che io avverti di impegnare il mio tempo a supporto di una causa valida. Impegnarsi nel servizio civile significa per me oggi essere anello di una catena di montaggio che inevitabilmente ha come fine ultimo il supporto per l’altro. L’esperienza permette di comprendere come sia vasta la realtà in cui viviamo. Si concretizza la consapevolezza che nella nostra realtà, purtroppo, non tutti abbiamo pari opportunità: c’è chi vive situazioni di forte disagio. Essere volontaria presso il servizio civile ha generato in me il desiderio di impegnarmi per l’altro prima che per se stessi e di voler fare sempre di più”. 

Simone, 24 anni, studente universitario di Scienze biologiche all’Università Federico II 

“Un’esperienza inaspettata. Ho deciso di intraprendere il servizio civile scegliendo con attenzione il progetto più compatibile con i miei interessi. Volevo cogliere quest’opportunità per rendermi utile e aiutare nell’ambito che più mi interessava, ma è successo l’opposto: oggi mi sento io quello aiutato. Quest’esperienza mi sta permettendo di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, mi ha fatto aprire gli occhi su temi e situazioni della nostra comunità che conoscevo ma, non avendole mai toccate con mano, percepivo in maniera diversa o addirittura sbagliata. Posso dire di essermi ritrovato in un ambiente estremamente positivo con persone bellissime, sto assorbendo veramente tante esperienze che mi saranno utili in futuro, un processo di apprendimento e crescita personale che non mi sarei mai aspettato. Svegliarsi la mattina e sapere che una parte della tua giornata sarà impegnata attivamente in qualcosa di utile alla comunità è una sensazione stupenda: ti dà quella motivazione che ti aiuta ad alzarti dal letto entusiasta. Ad oggi posso dire di essere aiutante e aiutato, in una catena di mani che si stringono, fatte di persone diverse che si supportano a vicenda. Non avrei saputo immaginare un’esperienza migliore”. 

Emanuele, 27 anni, tirocinante per Ambiente Solidale 

“Il servizio civile che ho svolto per la Caritas di Napoli nel 2019, è stata una delle esperienze più importanti e coinvolgenti della mia vita. E non ho mai smesso di ripetere da quando il mio percorso è finito: lo rivivrei daccapo, identico, con gli stessi alti e bassi.
Ricordo che ai colloqui ero emozionatissimo e motivatissimo. Avevo da poco conseguito la laurea magistrale e la voglia di mettermi subito in gioco in un’esperienza come quella del servizio civile era altissima.
I 12 mesi seguenti sono stati assolutamente indimenticabili, principalmente perché ho avuto la fortuna di condividere quest’avventura con un team fantastico: siamo diventati presto una vera piccola famiglia.
Ogni mattina, dopo qualche chiacchiera, risata e un buon caffè, ci si metteva al lavoro. Anche se forse “lavoro” è una parola un po’ riduttiva, perché nel nostro caso eravamo veri e propri ingranaggi di un meccanismo molto più ampio. Un meccanismo che forse prima d’allora conoscevamo solo per sentito dire.
Certo, le criticità tra noi non sono mancate, ma ogni ostacolo era un passaggio in più per mettere in pratica le nostre capacità di problem solving e solidificare i legami.
Poi è arrivato il giorno in cui ci siamo dovuti salutare, ma le occasioni per rivederci non sono mancate e personalmente convivo con la speranza che il team abbia la possibilità di riunirsi.
Una nostra foto, scattata a fine percorso e che ritrae tutti noi ragazzi di quell’indimenticabile anno assieme ai nostri operatori, figura ancora nell’ufficio del CAIR al secondo piano della sede della Caritas!”. 

5 milioni e mezzo di volontari

Abbiamo visto assieme l’importanza del volontariato, la sua capacità di insegnarci qualcosa di nuovo e di scaldare i cuori. Comunque la pensiate, qualsiasi emozione vi abbia trasmesso leggere queste righe, speriamo di essere riusciti a offrire un punto di vista più ampio, e magari alternativo, sul volontariato. Questa giornata giungerà a termine ma le attività di volontariato, in tutto il mondo, non si fermeranno. Solo in Italia si contano circa 5 milioni e mezzo di persone impegnate in attività di volontariato! 

E se fossi proprio tu il prossimo?

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